Pittore

Sandro Martini

Concettuale, alchemico, calligrafo

[…] è ricerca, è indagine: si stabilisce un dialogo fra me e l’idea. È un discorso lungo e faticoso; però molto appagante.

Sandro Martini (21 aprile 1941), livornese di nascita ma milanese e cittadino del mondo per scelta, è un artista poliedrico ma pittore per sua esplicita ammissione. Artista demiurgo, si confronta con le più svariate tecniche con la ritualità del fare artigianale, in una visione animistica delle cose che ha caratterizzato tutta la sua ricca produzione fino ad oggi. Con spirito irrequieto e curioso Martini viaggia, apprende, sperimenta, abbraccia la tradizione per arricchirla, sovvertirla e renderla contemporanea, sfida i limiti fisici della tela intelaiata, si apre alla spazialità e al dinamismo delle tele che si librano libere in aria e popolano l’architettura.

Biografia di Sandro Martini
Documentario

Concettuale, alchemico, calligrafo: Sandro Martini

Nelle ore trascorse con Sandro Martini, nel suo studio, abbiamo visto riverberarsi in ogni gesto la disciplina che lo porta a preparare per mesi un unico ciclo di opere, attraverso un lungo e faticoso processo di avvicinamento alla forma esatta, al pieno compimento dell’idea. E, quando ha scaldato a temperatura il pigmento, si è seduto sul bordo della pedana e ha cominciato a dipingere, non abbiamo assistito alla realizzazione di una tela, ma al compiersi di un rituale: quel momento, nella sua esattezza e sacralità, ha scandito anche il tempo, il respiro interno del nostro documentario.

Crediti

© 2020 Documenti d'artista
Documentario: Simona Bellandi, Giuseppe Cassaro, Gianluca Paoletti Barsotti, Nicola Trabucco
Intervista e schede: Ester Lucchesi
Responsabile scientifico: Mattia Patti

Territorio

Nella vicenda personale e artistica di Martini, più che di territorio, si può parlare di territorii. Originario di Livorno, in cui avvengono le sue primissime esperienze nel campo delle arti, ben presto inizia una serie di peregrinazioni che lo allontanano dalla città natale. La prima formazione prosegue in Toscana, specialmente a Lucca, ma, ben presto, la regione natia sembrerà a Martini troppo arretrata e lontana dalle sue esigenze. Nel 1961 l’artista si trasferisce definitivamente a Milano, dove vive tuttora, ma con l’arrivo nel capoluogo lombardo non si esaurisce la voglia di Martini di aggiornarsi, viaggiare, sperimentare. Dal 1978, infatti, l’artista inizia a frequentare assiduamente gli Stati Uniti, spostandosi nomade fra New York e San Francisco, accompagnato soltanto dalle sue tele e dalla sua sconfinata curosità.

Spazio

Lo spazio, inteso come luogo fisico di lavoro, assume nell’attività di Martini molteplici fisionomie.

Lo spazio dell’artista è, innanzitutto, il suo studio, l’atelier milanese di via Oxilia, dove viene ideata, progettata e realizzata la gran parte delle opere. E’ poi la stamperia, per quasi cinquant’anni Grafica Uno di Giorgio Upiglio, lo spazio in cui vengono alla luce le acqueforti, i libri d’artista e tutte le sperimentazioni grafiche dell’artista su carta.

A questi due luoghi in cui le opere prendono vita, si aggiungono anche tutti quegli spazi architettonici e urbani che le tele di Martini vanno a popolare. Le sue installazioni “si accampano”, per usare le parole dell’artista stesso, nelle gallerie, negli spazi tradizionalmente destinati all’arte, ma non si limitano a questo: le sue tele si librano nelle abitazioni private, negli uffici, nelle Università, nelle piazze e nelle vie delle più svariate città.

Progetto

Martini non lavora mai improvvisando. Ogni sua opera, di qualsiasi natura essa sia, nasce, si svilupa e prende vita dalla carta, da un progetto “dove tutto è pensato, con un suo perché dall’inizio alla fine”.

“Il progetto a me serve perché disegnando ho tutto il tempo di pensare a quello che andrò a realizzare fisicamente, è quasi come se mi ci trovassi, e mentre faccio una linea nell’ambiente mi sento freneticamente coinvolto” – Sandro Martini.

Strumenti e tecniche

Fonti e ispirazioni

“Non è che possa dire che mi renda conto che hanno un apporto così basilare sul mio lavoro, ma forse sì, me lo auguro” – Sandro Martini.